La Vergine Addolorata nelle "Orazioni sacre" del padre Franco Maria si Sant'Ambrogio

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La Vergine Addolorata nelle "Orazioni sacre" del padre Franco Maria si Sant'Ambrogio

Il monte del Carmelo on line
Pubblicato da Angelo Sconosciuto in Monte del Carmelo n66 · Lunedì 09 Set 2024 ·  3:00
Nel sistema bibliografico italiano è conosciuto con il suo nome proprio, “Franco Maria”, e non è dato sapere, ancora oggi, se si tratti del nome di battesimo o, piuttosto, di quello di religione, visto che questo Carmelitano scalzo, probabilmente operante a Firenze (lo si intuisce dall’editore e da un riferimento nella dedicatoria), completava il suo identificativo con “di Sant’Ambrogio”, che lascerebbe trasparire una possibile origine lombarda e milanese addirittura, o piuttosto un’adesione al pensiero di questo Padre della Chiesa, più volte citato nel suo lavoro, che qui ci occupa.
Al momento di lui abbiamo, infatti, una sola opera a stampa, pubblicata nel 1727 «In Firenze: allato alla chiesa di Sant'Apollinare, all'insegna di Pallade, ed Ercole: nella stamperìa di Bernardo Paperini, stampatore dell'A[ltezza] R[eale] della sereniss[ima] gran principessa vedova di Toscana»; un volume in 4° di oltre 450 pagine. Si tratta delle «Orazioni sacre, e panegiriche composte, e recitate in diversi luoghi dal padre Franco Maria di Sant'Ambrogio carmel. scalzo dedicate all'illustriss. e reverendiss. monsignore Gio. Antonio Guadagni». Il destinatario della dedica era all’epoca vescovo di Arezzo, sarebbe diventato cardinale, ma soprattutto era correligionario del padre Franco Maria che nella dedicatoria datata “Firenze 12 dicembre 1727” ne intesse le lodi, spiegando sostanzialmente come cedesse all’invito del vescovo nel pubblicare ben trenta orazioni. Di queste alcune sono dedicate alle glorie dell’Ordine e ben 7 sono pure orazioni mariane, una delle quali, naturalmente, «in onore di Maria del Carmine, e dei pregi del suo Sacro scapolare». Questo bel volume è custodito in 11 biblioteche pubbliche italiane tutte ubicate (tranne una in Sardegna) fra Toscana, Umbria ed Emilia e da diversi anni non si trovano tracce sui più noti cataloghi delle librerie antiquarie.
Sono tutte di una inusuale potenza oratoria, tali orazioni. In questa sede è opportuno riferire della «Orazione in onore di Maria Vergine addolorata per la Passione del suo Figliuolo Gesù Crocifisso», che il tipografo rese ancor più efficace alla vista, anteponendo ad essa una piccola incisione che ritrae la Vergine addolorata circondata da sette pugnali pronti a trafiggerla. Ed in esordio ecco la frase del santo vecchio Simeone a Maria, che troviamo nel Vangelo di Luca (cap. 2): «Tuam ipsius Animam Doloris Glaudius Pertransivit». Esordisce riflettendo sull’Amore, il p. Franco Maria, e ripetendo Simeone dice all’uditorio: «…preparate intanto agli spasimi dell’afflitta Madre, lagrime di compassione». Ed è tutto un cammino parallelo, quel discorso, fra analisi dei dolori della Vergine e citazioni dei Padri, soprattutto Sant’Ambrogio, fino alla descrizione plastica del Consummatum est! e dello Stabat Mater… Quindi, quasi in conclusione: «Le braccia d’una Madre d’intorno al Figliuolo furono altre volte, scudo potente a rigettare colpi di morte: e un breve Periodo, proferito da essa con languida voce, ebbe forza per disarmare l’odio di feroci Guerrieri. Solo Maria ha da provare gli Uomini tanto disumanati, che non desistano colle colpe d’avventare ferite al Corpo di Cristo, giacente tra le sue braccia?». Parole chiare quanto i colpi di uno scalpello per una Pietà michelangiolesca o di un pennello per un Compianto sul Cristo morto di Giotto. Ed il sigillo in un’altra piccola incisione: questa volta di un Crocifisso che riprende il versetto di Giovanni: «E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me».


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